Il primo novembre si festeggia il giorno di Ognissanti, festività
cristiana e civile, considerata popolarmente l’onomastico delle persone
il cui nome non compare nel calendario cristiano.
Le commemorazioni dei Santi della Chiesa iniziarono ad essere celebrate
nel IV secolo. Fu Papa Gregorio II, nel VII secolo, a stabilire la data
del 1 novembre, giorno che venne dichiarato festività di precetto
dal re franco Luigi il Pio nell’835.
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Festeggiare tutti i santi è guardare coloro che già posseggono
l’eredità della gloria eterna. Quelli che hanno voluto vivere
della loro grazia di figli adottivi, che hanno lasciato che la misericordia
del Padre vivificasse ogni istante della loro vita, ogni fibra del loro
cuore.
I santi contemplano il volto di Dio e gioiscono
appieno di questa visione. Sono i fratelli maggiori che la Chiesa ci propone
come modelli perché, peccatori come ognuno di noi, tutti hanno accettato
di lasciarsi incontrare da Gesù, attraverso i loro desideri, le loro
debolezze, le loro sofferenze, e anche le loro tristezze.
Questa
beatitudine che dà loro il condividere in questo momento la vita
stessa della Santa Trinità è un frutto di sovrabbondanza che
il sangue di Cristo ha loro acquistato.
Nonostante le notti, attraverso le purificazioni costanti che l’amore
esige per essere vero amore, e a volte al di là di ogni speranza
umana, tutti hanno voluto lasciarsi bruciare dall’amore e scomparire
affinché Gesù fosse progressivamente tutto in loro.
È Maria, la Regina di tutti i Santi, che li ha instancabilmente riportati
a questa via di povertà, è al suo seguito che essi hanno imparato
a ricevere tutto come un dono gratuito del Figlio; è con lei che
essi vivono attualmente, nascosti nel segreto del Padre.
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